06 Ago Lo sviluppo rurale
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Il regolamento dispone che la politica di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 sia incentrata sui tre ASSI TEMATICI, di cui appresso:
Miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale
- attività di informazione e formazione professionale in campo tecnico ed economico;
- attività intese a facilitare l’insediamento dei giovani agricoltori (persone di meno di 40 anni che si insediano per la prima volta come titolari di un’azienda agricola) e l’adeguamento strutturale delle loro aziende;
- il pensionamento anticipato degli agricoltori che decidono di cessare l’attività al fine di trasferire la propria azienda ad altri agricoltori e dei lavoratori agricoli che decidono di cessare definitivamente ogni attività agricola; i beneficiari devono avere un’età minima di 55 anni e non aver ancora raggiunto l’età normale di pensionamento nello Stato membro considerato;
- il ricorso a servizi di consulenza da parte degli agricoltori e dei silvicoltori, e la creazione di servizi di consulenza e di assistenza alla gestione agricola e di sostituzione di personale nell’azienda; il ricorso a tali servizi deve contribuire alla valutazione e al miglioramento dei risultati ottenuti dalle aziende.
- l’ammodernamento delle aziende agricole e forestali e il miglioramento dei loro risultati economici tramite l’introduzione, fra l’altro, di nuove tecnologie;
- l’aumento del valore aggiunto delle produzioni primarie agricole e forestali: l’intento è di fornire sostegno agli investimenti volti a rafforzare l’efficienza dei settori della trasformazione e della commercializzazione delle produzioni primarie semplificando nel contempo le condizioni di ammissibilità del sostegno all’investimento rispetto a quelle in vigore;
- il miglioramento e lo sviluppo delle infrastrutture legate all’evoluzione e all’adattamento dei settori agricolo e forestale;
- la ricostituzione del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e l’introduzione di adeguate misure di prevenzione.
- aiutare gli agricoltori ad adeguarsi alle norme rigorose imposte dalla normativa comunitaria, compensando in parte i costi aggiuntivi o le perdite di reddito derivanti da alcuni nuovi obblighi;
- incoraggiare la partecipazione degli agricoltori a regimi di promozione della qualità alimentare che forniscano ai consumatori garanzie sulla qualità del prodotto o del processo di produzione, conferiscano un valore aggiunto ai prodotti primari ed aumentino gli sbocchi commerciali;
- sostenere le attività di informazione e di promozione condotte dalle associazioni di produttori a favore dei prodotti oggetto di regimi di qualità alimentare.
Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale
Qualità della vita in ambiente rurale e diversificazione dell’economia rurale
- l’avvio di attività non agricole, il sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese, l’incentivazione di attività turistiche nonché la tutela, la valorizzazione e la gestione del patrimonio naturale nella prospettiva di uno sviluppo economico sostenibile;
- il miglioramento della qualità della vita in ambiente rurale riguardante in particolare il rinnovamento e lo sviluppo dei piccoli centri nonché la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio rurale;
- la formazione professionale degli agenti economici che operano nei settori citati e la formazione legata all’acquisizione di competenze e ad iniziative di animazione in vista della preparazione e attuazione di una strategia locale di sviluppo.
Parte dei finanziamenti deve inoltre essere destinata a sostenere progetti basati sull’esperienza acquisita con le iniziative comunitarie Leader. Il cosiddetto "approccio Leader" allo sviluppo rurale consiste nella messa a punto ed attuazione di progetti altamente specifici da parte di partenariati locali al fine di rispondere a particolari problemi locali.
Come avveniva già prima del 2007, ogni Stato membro (o regione, nei casi in cui i poteri sono delegati a livello regionale) deve predisporre un programma di sviluppo rurale che specifichi i finanziamenti destinati alle singole misure nel periodo 2007-2013.
Una novità di questo periodo è l’accento posto su una strategia coerente per lo sviluppo rurale nell’intera UE. Per raggiungere questo obiettivo sono previsti piani strategici nazionali che devono essere basati sugli
orientamenti strategici comunitari.Questo approccio dovrebbe permettere di:
- individuare i settori in cui un sostegno comunitario a favore dello sviluppo rurale crea il maggiore valore aggiunto a livello dell’UE;
- ricollegarsi alle principali priorità dell’Unione (Lisbona, Göteborg);
- garantire la coerenza con le altre politiche dell’Unione, in particolare quelle relative alla coesione economica e all’ambiente;
- accompagnare l’attuazione della nuova PAC orientata al mercato e la necessaria ristrutturazione che essa comporta sia nei vecchi che nei nuovi Stati membri.
- la competitività dell’agricoltura e della silvicoltura;
- l’ambiente e lo spazio rurale;
- la qualità della vita e la gestione delle attività economiche nelle zone rurali.
L’asse Leader
- in una strategia di sviluppo locale che consente di selezionare i migliori piani di sviluppo dei gruppi d’azione locale nati da partenariati tra il settore pubblico e quello privato;
- nell’attuazione di progetti di cooperazione fra territori interessati;
- nella creazione di reti di partenariati locali.
In Italia la gestione amministrativa dei Piani di Sviluppo Rurale fa capo alle singole Regioni ciascuna delle quali pianifica pertanto i propri interventi nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale, nonché del budget loro singolarmente assegnato. I Piani per essere esecutivi necessitano della relativa approvazione da parte della Commissione Europea.
Quadro normativo di riferimento